Recensione di Figlio di nessuno di Ciro Brandi

Recensione di Figlio di nessuno su Mangialibri

 

Ci piace moltissimo quando ci arrivano le recensioni dei nostri libri, anche quando, come in questo caso ci sono delle piccole critiche.

Ovviamente ci piacciono anche quelle, perché grazie alle critiche riusciamo a crescere!

Il nostro autore Ciro Brandi ha voluto rispondere e spiegare il perché di certe stilistiche.

Vi lasciamo alla lettura e ringraziamo la redazione di Mangialibri!

Figlio di nessuno - Recensione

 

 

Per leggere la recensione basterà cliccare sull’immagine qui a fianco.

 

 

 

Ed ecco la risposta del nostro autore!

Caro Sig. Giulio,

Le scrivo in merito alla recensione del libro Figlio di Nessuno.

In un certo senso la ringrazio per L’esamina corretta che ha curato del libro, volevo solo aggiungere due cose, se Lei permette.

I periodi involuti, dispersivi e confusi sono in un certo senso cercati e consapevoli di esserci. Ho scritto la lettera senza mai correggerla o rivederla, dalla prima riga quanto all’ultima. Ovviamente parlo di correzioni di tempi e di contenuti. Questo perché una lettera, un libro lo è diventato dopo, si scrive di “pancia”, mi perdoni il termine, se vogliamo che sia più autentica possibile. E non vi è ombra di dubbio che la critica che ha scritto Lei è assolutamente all’ordine del giusto. Quando mi proposero di pubblicarlo, mi suggerirono ovviamente di correggerlo e quindi di dare un ordine al tempo, di approfondire i contenuti e di trovare una linea per non disperdersi troppo, di cambiare il titolo, ecc. E molto altro ancora direi ma, il mio veto, se così posso chiamarlo, fu quello che se avessi accettato di pubblicare la lettera nulla doveva essere cambiato. E così fu, ben consapevole che un ordine non vi era, ben consapevole che l’involuzione sarebbe stato il primo errore che avrei commesso, ben consapevole che, in quella lettera, ci sono solo spunti e nient’altro che la verità di come sono andati i fatti. Come vede la critica che Lei ha scritto risulta essere molto più che reale, ha colto in maniera definita ciò che ogni libro che si rispetti dovrebbe e deve avere.

Io non sono un sociologo, per esserlo come minimo ci deve essere uno studio dietro, come minimo bisogna elaborare una tesi e ricevere un diploma di laurea che affermi il tutto. Io ho fatto altri studi, esami di sociologia ne ho fatti ma il corso di laurea che ho seguito e che tutt’ora seguo, non rispecchia il nome dello sociologo. Ma anche questo poco importa, non serve essere sociologi per capire cosa manca nel lavoro educativo, altrimenti nessun genitore che si rispetti potrebbe educare i propri figli. Non serve capire la società di adesso, seppur nella sua smisurata complessità, per progettare degli interventi educativi che a tutt’oggi compiono molti danni. O meglio non così nel profondo, vi sono altri studi semmai che andrebbero fatti e la sociologia potrebbe senz’altro dire la sua.

Quando ho letto la fine della sua recensione mi è venuto da sorridere, si perché quando ha scritto che l’autore non si poteva promuovere a pieni voti ho fatto un salto nel vuoto negli anni delle superiori, io che non sono mai stato un gran studente. Anche lì ci ha quasi azzeccato.

Mi auguro che queste mie parole non la offendano, in un certo senso la sua recensione mi ha fatto venire voglia di scrivere un libro, non una lettera.

Le auguro buone giornate di lavoro Sig. Papadia.

Ah dimenticavo: le citazioni sono troppe? Come dicevo poc’anzi l’espressione ripetuta in un lettera ci sta, succede spesso, non in un libro. Anche qui ha ragione Lei.

Continui così, è sulla strada giusta.

Ciro Brandi

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